L’esofagogastroduodenoscopia (EGDS) è un esame diagnostico attraverso il quale il medico endoscopista può esplorare il tratto superiore dell’apparato digerente, per evidenziare eventuali alterazioni dell’esofago, dello stomaco o del duodeno, responsabili dei sintomi lamentati.
E’ possibile prelevare, in modo semplice ed indolore, campioni di tessuto da inviare all’esame istologico.
Il gastroscopio è uno strumento flessibile, di circa 0,8 cm di diametro, con una telecamera alla sua estremità distale, che si introduce, attraverso la bocca, nell’esofago e quindi nello stomaco, nel bulbo e nella seconda porzione duodenale.
La gastroscopia non è un esame doloroso. Per rendere l’esame più accettabile si può eseguire una sedazione profonda con il diprivan, sotto controllo anestesiologico.
Per la gastroscopia non è necessaria alcuna preparazione: è sufficiente il digiuno da almeno 8 ore.
Nel caso il paziente assuma farmaci può farlo tranquillamente. Gli unici farmaci non consentiti sono gli anti-acidi che andrebbero sospesi da almeno 24/48 h.
Il paziente viene fatto distendere su un lettino in decubito laterale sinistro.
Viene posizionato in bocca un boccaglio, per proteggere i denti ed impedire che l’endoscopio venga morsicato. Lo strumento viene introdotto attraverso la bocca e fatto proseguire fino al duodeno.
Viene insufflata dell’aria, allo scopo di distendere le pareti e creare una cavità virtuale per consentire una visione ottimale della mucosa. L’esame in genera dura pochi minuti.
In genere, l’esame è sicuro e ripetibile. La percentuale di complicanze della gastroscopia diagnostica è inferiore al 4 per mille.
Al termine della gastroscopia diagnostica, dopo qualche minuto, si può ritornare a casa.
Il referto dell’endoscopia viene consegnato subito, mentre per l’esito di eventuali referti istologici bisognerà attendere qualche giorno.
La colonscopia è un esame diagnostico mediante il quale il medico endoscopista può esplorare il colon di un paziente, al fine di valutare se esistono eventuali lesioni responsabili dei disturbi lamentati. Permette anche di prelevare, in modo semplice ed indolore, campioni di tessuto da inviare all’esame istologico.
Il colonscopio è uno strumento flessibile, di 1 cm di diametro circa, di forma tubulare, con una telecamera alla sua estremità distale, che si introduce attraverso il canale anale nell’intestino crasso o colon, per esplorarlo fino alla valvola ileocecale sita nelle porzioni destre e, se necessario e possibile, attraverso questa, sino alle ultime anse ileali.
La colonscopia può essere un esame doloroso in relazione alla conformazione del colon del paziente, alla sua lunghezza e tortuosità, alla presenza o meno di diverticoli, alla sensibilità più o meno marcata all’insufflazione gassosa.
Determina, comunque, un modesto fastidio. Per rendere l’esame più accettabile, si può eseguire una sedazione profonda con il diprivan, sotto controllo anestesiologico.
E’ importante seguire scrupolosamente le istruzioni per la preparazione intestinale e per la dieta da seguire: una perfetta pulizia dell’intestino è di primaria importanza per una esplorazione ottimale dell’intestino. In caso di scarsa toletta intestinale, sarà necessario ripetere l’esame dopo adeguata toletta dell’intestino.
Il paziente viene fatto distendere su un lettino in decubito laterale sinistro.
Lo strumento si introduce attraverso l’ano e fatto proseguire, possibilmente, fino alla valvola ileocecale e/o sino alle ultime anse ileali. Il successo dell’esame dipende in genere dalle condizioni di pulizia intestinale.
Si insuffla dell’aria, allo scopo di distendere le pareti ed avere una cavità virtuale per una visione ottimale.
L’esame dura circa 10-15 minuti. In genere, la percentuale di complicanze della colonscopia diagnostica è inferiore al 4 per mille.
Al termine della colonscopia diagnostica, dopo qualche minuto di riposo, si può tornare a casa. Il referto dell’endoscopia viene consegnato subito, mentre l’esito di eventuali referti istologici arriverà dopo qualche giorno.
La rettosigmoidoscopia valuta retto e sigma per circa 40 cm dal margine anale esterno.
La rettoscopia permette l’esplorazione del retto (fino a 15-18 cm) dal margine anale.